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Vinitaly 2025: tra numeri, trend e Pantelleria| Radio Pantelleria

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Giampietro Comolli esperto di economia del vino, comunicazione enogastronomica e marketing agroalimentare. Laureato in Scienze Agrarie e in Economia Politica Agraria Europea è andato per Radio Pantelleria al Vinitaly 2025 ecco le sue impressioni.

Il grande evento del vino italiano (e non solo) si è chiuso oggi dopo 4 giorni di kermesse ricca di decine e decine di eventi e incontri in tutti i padiglioni e in tutte le circa 4000 cantine presenti. In sintesi brutale il Vinitaly è andato meglio di Prowein almeno nei numeri delle presenze di addetti ai lavori che lavorano, che sono direttamente impegnati nel business del vino, direttamente e indirettamente. Dusseldorf aveva fatto segnare un certo calo di interesse e di partecipazione.

Eppure l’edizione veronese di quest’anno sicuramente segna un calo di presenze. Si circolava meglio in tutti i padiglioni, anche di domenica. Come al solito un gran numero di giornalisti, più o meno che scrivono non di Vinitaly, ma del vino italiano e non solo, ma soprattutto un exploit mai visto dei così dette influencer tiktoker onlyfanser.

Il fenomeno dei nuovi influencer e il ruolo dei wine educator

Passare in sala stampa, davanti al banco caffè – con sempre una grandiosa gentilezza degli adulti coadiuvati da stupenti aiutanti-ragazzi diversamente abili – sostavano diversi addetti e non addetti, mai visti prima, giovanissimi fra i 20 e i 30 anni, soprattutto (8 su 10) donne perennemente connesse, perennemente a fotografare di tutto soprattutto se stesse, intente a capire dove sono e cosa fare. Ovviamente supporter di singole imprese. di tante imprese vitivinicole che evidentemente si appoggiano a queste nuove figure nel tentativo di sviluppare valorizzazione, pubblicità, promozione, attrazione.

Sembra, però, che i commenti di imprenditori del vino che hanno richiesto questi servizi, siano non positivi. grande delusione dicono. Domanda: credevano che qualche foto facesse vendere molte bottiglie?

Pantelleria: preservare il valore di un patrimonio unico

Al Vinitaly, nello stand del Consorzio di Pantelleria guidato dal presidente Italo Ciucci, erano presenti solo dieci etichette, tra cui quelle delle aziende più note come Donnafugata e Pellegrino. Anche se sono una ventina le cantine che producono nell’isola.

Negli ultimi sei anni, si è mossa una grande azione di tutela dei prodotti vinicoli di Pantelleria, a difesa di quei viticoltori realmente eroici, che lavorano in condizioni difficili, senza serre né forzature, producendo poche bottiglie di altissimo valore. Produttori che puntano a un vero Passito Naturale da Zibibbo, con l’obiettivo di ottenere la DOCG, registrare il termine “Zibibbo” come denominazione esclusiva, e proteggere il valore unico di questa viticoltura.

C’è chi continua a investire in vigna e in cantina, portando avanti con orgoglio una tradizione millenaria che merita maggiore attenzione, rispetto e supporto. È fondamentale garantire che il nome “Pantelleria” in etichetta corrisponda realmente all’origine delle uve, per evitare il rischio di utilizzare Zibibbo proveniente da altre province siciliane come Agrigento o Trapani.

Significherebbe infatti minacciare un patrimonio unico di oltre 3000 anni di storia enoica, e spezzare il legame profondo tra il territorio, la cultura e il vino dell’isola. Una politica di conservazione attiva è oggi più che mai necessaria: non per guardare al passato con nostalgia, ma per progettare il futuro di Pantelleria, nel rispetto della sua identità e del suo valore enologico.

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